Scavo Archeologico 2020
Antica Minturnae
Dall’alba dell’Impero alla fine della Minturnae Romana
Nell’anno 2020 la città di Minturnae, colonia romana dedotta nel 296 a.C. sulla sponda destra del fiume Liris (Garigliano), è stata al centro di due interventi finanziati con fondi ministeriali Mibact, sotto la direzione di Giovanna Rita Bellini, archeologo funzionario della Soprintendenza Archeologia Belle Arti e Paesaggio per le province di Frosinone Latina e Rieti.
Gli scavi hanno interessato l’area del castrum (il primo insediamento coloniale) e il tratto adiacente della Via Appia, su terreni messi a disposizione dall’amministrazione comunale di Minturno (LT).
Si è concretizzato così un affascinante viaggio a ritroso nel tempo, mirato a riportare in luce le varie fasi di occupazione dell’area, ricostruirne la topografia, leggere le stratificazioni. Comprendere, in sostanza, la vita quotidiana che qui si svolgeva, ma anche i riflessi della grande Storia.
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riannodare i fili della storia…
al Passo del Garigliano
Luogo simbolo dell’identità di questa terra e della sua gente, il Passo del Garigliano ha visto combattersi battaglie il cui esito ha contribuito a determinare la Storia d’Italia e d’Europa.
Qui si sono fronteggiati Romani e Aurunci nel IV secolo a.C., nel 910 Cristiani e Saraceni, nel 1503 Aragonesi ed Angioini, nel 1860 Sabaudi e Borbonici, nel 1943-44 truppe Alleate e Tedeschi durante la guerra di Liberazione sul fronte della linea Gustav.
Antica Minturnae
una ricerca lunga 3 secoli…
(ri)Scoprire una Città
Il castrum per Minturnae è anche il luogo in cui, come mostra la cartografia militare borbonica, furono effettuati i primi scavi archeologici dell’antica città, già alla fine del XVIII secolo.
Dopo le diverse esperienze del Novecento, concentrate per lo più nella prima metà del secolo, nel 2020 è stato possibile finalmente intraprendere nuove e significative attività di scavo, affrontate con un approccio di ricerca moderno e scientifico.
Ecco qui di seguito i principali interventi di scavo che hanno consentito di riscoprire la storia dell’antica Minturnae…
Timeline scavi archeologici
il “Passo” del Canova
Antonio Canova e Giannantonio Selva si dirigono a Napoli. Nel suo diario il Canova appunta la notizia di scavi appena iniziati nell’area della città antica. “Si giunse poi poco prima del fiume Garigliano ove sono un grande acquedotto antico con avanzi di un grande palazzo e vidi che avevano cominciato a scavare per scoprire altri fondamenti, vidi anche un avanzo di una spezie di rotonda. Passassimo il ponte che traversa il detto fiume“
- P. Mangia, Canova, la passione per l’antico di artisti e collezionisti, Roma 2009
- L. C. Tucu, Alla scoperta dell’Antichità: diari di viaggio di Antonio Canova e Giannantonio Selva nel percorso Roma-Napoli, in Quaderni Coldragonesi 3, Colfelice 2012, pp. 59-72
l’Archeologia ai Tempi dei Borbone
Il marchese Venuti ottiene dal Re il permesso per intraprendere, a titolo personale, una campagna di ricerche archeologiche nell’area dove sorgono le rovine dell’antica Minturnae, con il fine di reperire oggetti antichi per le raccolte reali e per il fiorente mercato antiquario. Di questi scavi nulla ci è pervenuto, se non la tradizione di un carico di reperti affondato nelle acque del Garigliano. In base alle testimonianze dell’epoca, già nei primi mesi di lavoro vengono alla luce diversi materiali di pregio, tra cui statue, rilievi, iscrizioni e frammenti architettonici.
- Sir Richard Colt Hoare. A Classical tour through Italy and Sicily by Sir Richard Colt Hoare. 1819
- G.R. Bellini, I Borbone e Minturnae, 1734- 1861. Archeologia, circolazione dei beni, tutela e grandi opere al Passo del Garigliano, in “L’antichità nel regno. Archeologia, tutela e restauri nel Mezzogiorno Preunitario”, Reggio Calabria 26-29 aprile 2017, Reggio Calabria 2020, pp. 253-261
Spoliazione ed Esportazione
Il maresciallo Conte Laval Nugent effettua degli scavi nella città. Nominato generale dell’esercito austriaco, trasporta le sculture rinvenute, tra cui 158 statue, a Venezia. Qui i reperti restano a palazzo Pisani fin verso il 1832, quando vengono spostati nel castello di Tersatto, presso Fiume. Nel 1894 la raccolta è infine acquistata dal Museo Archeologico Nazionale Croato di Zagabria.
- L. Crema, Marmi di Minturno nel Museo Archeologico di Zagabria, in Boll. Ass. Intern. St. Mediterr., IV, 1933, nn 1-2, pp. 25-44
il Santuario Emporico di Marica
La Soprintendenza di Napoli esplora il santuario della dea Marica e recupera la copiosa stipe votiva italica e romana. Il santuario, posto sulla sponda destra del fiume non lontano dalla foce, si connota come un complesso ampio e articolato ove al tempio si affiancano altre strutture correlate con attività di tipo produttivo-artigianale e, in età imperiale, sacelli dedicati ad altre divinità, derivate dal pantheon greco o collegate a culti orientali.
- P. Mingazzini, «Il santuario della dea Marica alle foci del Garigliano», MonAL, 37, 1938, coll. 693-984
- G.R. Bellini, La città e il porto (296-44 a:C.), in Minturnae, Antiquarium. Monete dal Garigliano, III, Milano 1998, pp. 9-14
- G.R. Bellini, Il Santuario emporico di Marica alla foce del Garigliano, in Il Lazio regione di Roma, Roma 2002, p.67 (con schede di S.L. Trigona)
dagli USA sulle Tracce del Grand Tour
Dal 1931 al 1933 Jotham Johnson, della University of Pennsylvania, conduce tre campagne di scavo nella città, concentrandosi nell’area del Foro Repubblicano, del cosiddetto “tempio L” e del “tempio B” (poi identificato come tempio dedicato a Cesare divinizzato o più probabilmente a Venere Genitrice), ed in generale nel settore centrale della città.
- J. Johnson, Excavations at Minturnae, 1, Philadelphie, 1935
le Terme di Minturnae
Giorgio Gullini, direttore di Minturnae dal 1953 al 1957, intraprende degli scavi nel settore delle terme urbane e il restauro di alcuni edifici, oltre ad una prima parziale anastilosi del portico antistante il Macellum (su questa ricostruzione fu realizzato il plastico in gesso esposto nel Museo di Minturnae).
- G. Gullini, Appunti dall’Archivio della Soprintendenza, 1956-57
la Ricerca del Pons Tirenus
In una serie di esplorazioni subacquee tra il 1967 e il 1981 condotte per il Council of Underwater Archaeology di S. Francisco e il St. Mary’s College, Dominic Ruegg identifica l’antico ponte romano sul Garigliano e documenta i numerosissimi reperti in alveo, che rendono il Garigliano – dalla confluenza dell’Ausente fino alla foce – un vero e proprio giacimento culturale.
- D. Ruegg, Underwater Investigations at Roman Minturnae. Liri Garigliano River, Jonsered 1995.
Scavi nella Basilica
Le prime investigazioni sotto la direzione di Giovanna Rita Bellini portano alla definizione delle fasi di costruzione augustea, riedificazione adrianea e rifacimenti della basilica civile fino all’età post costantiniana.
- G. R. Bellini – M. Zagarola, Le iscrizioni della fase tardo antica dal foro e dalla Basilica, in Le epigrafi della valle di Comino, Atti dell’ XI Convegno epigrafico cominese, (Sora-Atina 30-31 maggio 2014), San Donato val di Comino 2015, pp. 9-20
- G. R. Bellini – G. Matullo, La Basilica di Minturnae, in G. R. Bellini, H. Von Hesberg, Minturnae. Nuovi contributi alla conoscenza della Forma Urbis, Roma 2016, pp. 85-94
- G. Matullo, Saggi di scavo archeologico presso la Basilica di Minturnae, in G. R. Bellini, H. Von Hesberg, Minturnae. Nuovi contributi alla conoscenza della Forma Urbis, Roma 2016, pp. 111-118
il Castrum
Si pongono le basi per una nuova stagione di indagini e scoperte, completando la ricostruzione del profilo geomorfologico delle quote sulla collinetta del castrum, a partire dall’impianto delle mura nel 296 a.C. (anno di deduzione della Colonia). Nei saggi effettuati nei pressi dell’accesso al comprensorio archeologico è rinvenuto un grande edificio, forse un magazzino portuale, databile alla piena età imperiale, mentre, con una grande trincea di scavo sulla direttrice della via Appia, si rimette in luce un tratto di basolato coperto da una ingente quantità di blocchi architettonici, e i primi gradini di accesso dalla Regina Viarum al santuario urbano di Venere Genitrice.
- G.R. Bellini, Il castrum di Minturnae, in G. Ghini (éd.), Lazio e Sabina 3, Atti del Convegno, Terzo Incontro di Studi sul Lazio e la Sabina, Roma, 2006, 269-272
il Portico Augusteo
Viene completata l’anastilosi del portico augusteo sull’Appia, a dieci anni dal completamento di una progettazione molto articolata (1996 scavo archeologico; 1997 schedatura, catalogazione, rilievo dei singoli elementi, elaborazione grafica computerizzata, ricostruzione virtuale; 1998 progetto di restauro e consolidamento).
- G. R. Bellini – R. Giarnella, Anastilosi di un portico romano sulla via Appia a Minturnae, in MiBAC, Il Restauro una certezza per il domani, Salone dell’arte del restauro e della conservazione dei Beni culturali e ambientali, Ferrara 2008, pp.120-121
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