Il cerchio si chiude (forse)

Quest’estate vi avevamo dato notizia della scoperta di tre blocchi pavimentali sullo stilobate del Santuario urbano sulla sinistra della Via Appia (https://fb.watch/2jqhAT5d7C/)
Su questi blocchi, di cui solo uno è forse “in situ”, sono visibili gli incassi di lettere bronzee riconducibili ad una grande iscrizione dedicatoria, databile all’età augustea per il contesto di rinvenimento e per i caratteri paleografici.

L(ucius) Lu[- – -] L(ucii) f(ilius [- – -] et C(aius) A[- – -]

I due nomi e la “e” di congiunzione lasciano ipotizzare che si tratti probabilmente dei duoviri della colonia romana di Minturnae, i quali finanziano e realizzano il nuovo complesso sacro inglobando quello più antico, nell’ambito della ristrutturazione urbanistica di cui più volte abbiamo parlato.

Mentre la ricerca del primo personaggio è ancora in corso, per il secondo le lettere conservate (C ed A) riportano al praenomen C(aius) e ad un gentilizio che inizia con A.
Vi ricorda nessuno? Esatto, proprio il Caius Arrius che abbiamo incontrato a proposito delle origini della gens cui appartiene Marcus Arrius!

Potrebbe trattarsi quindi di Caius Arrius, duoviro di Minturnae in età augustea, figlio o nipote del Gaius Arrius (già noto dalle iscrizioni conservate nel Museo) e imparentato con quel Marcus Arrius che “firma” le tegole utilizzate nella costruzione dell’Augusteum.
Potrebbe…

il blocco con le lettere L F, particolare

quello che doveva essere il primo blocco, con le lettere L LV

due dei blocchi inscritti, con le lettere [et C A] e, sul secondo [L F]